sabato 30 giugno 2012

L'angolo di Giuseppe

Oggi Giuseppe ci parla di un grande autore italiano di gialli, da tempo dimenticato ma che gli editori e i lettori stanno riscoprendo: Giorgio Scerbanenco.

I ragazzi del massacro 
Reale. All’opposto di tanti “reality” che passano in tv Scerbanenco ci riporta con durezza ad una realtà vera.
Una Milano fine anni ’60 i n cui si posteggia in Piazza San Carlo per andare al cinema in Corso Vittorio. In cui ci sono ancora le portinaie e le meretrici. In cui la parola invertito è ancora usata comunemente. Una società dove il politicamente corretto non esiste e la nebbia grava su tutto e tutti.
Storia terribile quella dei ragazzi del massacro, storia di disadattati e feroci assassini, di ragazzini sensibili e donne terribili.
Un romanzo che oggi non potrebbe essere scritto, pena la scomunica dell’autore da parte di tutta la classe intellettuale.
Eppure, scritto così, duro, reale, ci fa pensare a cosa sia veramente importante.
L’apparire, il nominare o piuttosto l’essere di ognuno di noi.
Il dover ammettere che esistono persone cattive, malvagie, da cui cerchiamo di proteggerci definendoli mostri, deviati, vittime della società.
Forse dovremmo invece pensare che esiste una banalità del male e che non basta evitare di commetterlo ma bisogna contrastarlo.
E ancora non basta contrastarlo, bisogna fare il bene.
Come Duca Lamberti cerca di fare con Carolino, uno degli assassini.
Perché solo facendolo rientrare in una normalità a lui estranea può farlo uscire da un mondo di violenza e falsi princìpi per arrivare finalmente al vero assassino, al mandante che ha ideato e pianificato il massacro…
Leggetelo e lo saprete.


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