Mi scuso se intervengo con delle riflessioni personali, ma come cittadina di un Paese che amo e nel quale mi riconosco sempre meno, sento il dovere di parlare. Sabato sera, d'accordo con l'Amministrazione Comunale, abbiamo sospeso lo spettacolo programmato per la Notte dei Musei in obbedienza alle indicazioni del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Noi (e con noi intendo organizzatori, attori e alcuni utenti con cui avevo avuto occasione di parlare) dissentivamo da questa scelta, perché ci sembrava meglio rispondere alla violenza con la cultura, onorare le vittime di Brindisi ricordandole prima dell'inizio della serata e continuare a fare il nostro dovere anche nel clima difficile che stiamo vivendo. Ma abbiamo ritenuto giusto adeguarci alle decisioni del Ministero.
Ieri sera, prima della partita Juventus-Napoli, che si è ovviamente giocata perché si deve fermare la Cultura ma non il calcio, l'inno di Mameli è stato fischiato da buona parte del pubblico presente. Ma qual è il popolo che fischia il proprio inno? Qual è il popolo che mostra tanta sguaiataggine, che disprezza la propria storia e che non ha un minimo di compostezza nemmeno in situazioni gravi?
Viviamo in uno Stato che ha una storia plurimillenaria, che ha bellezza, arte, paesaggio, un modo di vivere che il mondo ci invidia e questo è il risultato?
La Cultura potrà salvarci?
Condividendo pienamente le considerazioni espresse, non ho risposta assoluta alla tua domanda ma una grossa speranza che la Cultura,e coloro che la diffondono, siano un aiuto per far crescere una nuova generazione capace di "amare il bello", rispettosa dei veri valori della vita, e con la voglia di riscoprire la nostra identità di nazione.
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