SENZA RITORNO: HANS CHRISTIAN DOSETH, con l’importante
contributo di Stein P. Aasheim
Ad ognuno di noi è capitato di vedere
una cartolina o un’immagine con raffigurata una montagna, ma quanti di noi
riescono ad andare oltre a quell’immagine fino ad individuare una via di salita
che conduce fino in vetta? Questo è quello che è accaduto ad Hans Christian
Doseth, un forte alpinista norvegese nei primi anni ’80. La montagna era già la
sua ragione di vita quando vede raffigurata su di un poster la Grande Torre di
Trango, un’imponente cima situata nel Karakorum. La passione per la montagna si
racchiude nel sogno di arrivare fin lassù aprendo una via di 1600 metri lungo
la parete est, assieme ad altri tre compagni di scalata norvegesi. C’è ancora
qualcosa di epico in quest’avventura: non esistono cartine precise della zona e
non esistono neppure informazioni su quella parete in quanto nessuno l’ha mai
scalata. Al sogno si va ad intrecciare una certa ambizione…ed anche un po’ di
timore nel trovarsi di fronte ad una forza della natura difficilmente domabile,
che va conquistata metro dopo metro con gran fatica e con un immenso dispendio
di energia. Il gruppo sale ma le difficoltà e la fatica si accumulano mentre il
cibo in parete diminuisce. Da qui la decisione di fare proseguire solamente due
componenti della spedizione mentre gli altri ridiscendono. Quella che appare
una scelta logica si rivelerà poi una tragedia in quanto chi continua arriverà
sì in vetta, ma durante la discesa accade qualcosa che li fa precipitare…il
sogno è stato sfiorato e vissuto per qualche momento per poi svanire a causa di
un passo falso o di una tragica fatalità. A questo punto sorgono le domande di
chi resta sul senso dell’andare in montagna rischiando molto per vivere una
passione, per vivere un momento di gioia…un dibattito sempre aperto e sempre
senza una vera e propria risposta condivisa…
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