lunedì 7 marzo 2011

Recensione di un utente


Vi giro la recensione di Giuseppe ad un libro che ha letto ultimamente.
Grazie Giuseppe.
Ma quanto è antipatica Imma Tataranni?
Protagonista di Come piante tra i sassi, bel romanzo di Mariolina Venezia che ha assorbito la mia attenzione nelle ultime due settimane.
Sempre dietro a pensare, con la sua memoria, attributo elefantiaco a detta dell’autrice, che sopperisce a una intelligenza non eccelsa, a una bellezza vista solo dal marito a letto, a una propensione alle relazioni sociali pari a quella dell’aglio, insomma proprio una che non ti piacerebbe conoscere.
Considerando poi che fa il sostituto procuratore della Repubblica direi che non è il caso di incontrarla.
Eppure ti coinvolge nella sua persecuzione di Maria Moliterni, moglie del prefetto e impiegata nella stessa procura, nel suo amore platonico (?) con l’appuntato Calogiuri, nella sua indifferenza alle convenzioni di una Matera bene che sua suocera rappresenta in pieno.
Le sue indagini personali su Malinterni sono fantasiose, costanti, fino al parossismo, fino al processo che probabilmente non avrà mai luogo.
E che dire del suo rapporto con la figlia pre-adolescente? Sempre in conflitto, sempre pronta allo scontro frontale, salvo poi pentirsi al primo accenno di un pericolo reale e relativa amnesia del pentimento un minuto dopo.
Non si tira mai indietro Immacolata, anche il nome è tipico in questo romanzo.
Del resto la stessa autrice aveva scritto verso la fine del suo primo libro Mille ani che sto qui, che solo uno della valle del Basento poteva pienamente comprendere il libro.
Vediamo quindi una Basilicata ricca di malaffare e colline paradisiache, di povertà e turismo nei Sassi, tutto molto reale.
Dell’indagine vera, dell’omicidio del ragazzo, dei rifiuti tossici, della ragazzina incinta, degli insabbiamenti non vi parlerò, per non farvi perdere il motivo principale della lettura. La curiosità.

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